Ogni giorno prendiamo decisioni sui temi più disparati: come investire i nostri soldi, cosa mangiare per cena, con che mezzo di trasporto raggiungere il centro della città. Purtroppo facciamo spesso scelte sbagliate. Mangiamo troppo, usiamo la macchina quando potremmo andare a piedi o scegliamo il mutuo meno conveniente. Siamo esseri umani, non calcolatori perfettamente razionali e siamo condizionati da troppe informazioni contrastanti, dall’inerzia e dalla limitata forza di volontà.
Il nostro cervello fa circa 60/70.000 di pensieri al giorno, secondo alcuni studi circa l’80% di questi sono pensieri negativi ed uguali a quelli del giorno precedente e di quello precedente ancora. Il nostro stato e le nostre decisioni dipendono sempre dal cervello e da come interpretiamo le parole.
E in questi giorni i nostri cervelli come “lavorano”? Cosa pensano?
Oggi, per la prima volta, siamo chiamati a gestire due virus pandemici, il Covid-19 ed il “virus della paura” (anche per i nostri investimenti oltre che per la nostra salute). Utilizziamo per entrambi lo stesso protocollo. Ti hanno detto di stare chiuso in casa per il bene della tua salute? Bene! Fai la stessa identica cosa con il tuo patrimonio, non andare in giro per i mercati finanziari, muoversi da un seggiolino all’altro quando sei sulle montagne russe è estremamente pericoloso.
Gli acquisti e le vendite di fondi investimento o ETF si muovono spesso sull’onda emotiva di rialzi e ribassi in Borsa, con risultati non particolarmente soddisfacenti. Capita spesso che le vendite avvengano sui minimi e gli acquisti sui massimi. E’ oggettivamente difficile azzeccare la giusta tendenza del mercato.
Per esempio se avessimo investito 10mila Euro 15 anni fa, sull’indice Msci Europe, nel lasso temporale 2004 – 2018, restando sempre sul mercato, quindi non uscendo mai, oggi avremmo in portafoglio oltre 20mila Euro con un ritorno annuo del 5,35% (teniamo presente che nel frattempo si è anche verificato il crollo 2007-2009 sull’onda della crisi dei mutui subprime).
Ma cosa sarebbe successo se fossimo rimasti fuori alcuni giorni dal mercato, ipotizzando di poter sfruttare il market timing migliore di ingresso? Avremmo potuto perdere i 10 giorni miglior di rialzo durante l’anno e quindi azzerare le performance con un progresso ridotto al +0,50%. Questo perché durante l’anno ci possono esser alcune sedute che per intensità di guadagno possono cambiare radicalmente le perfomance. Perderle significa alterare il bilancio del proprio investimento, se fossimo restati fuori ancora più tempo avremmo potuto realizzare una perdita annualizzata a poco più del 4%.

Un altro esempio (reale): analizzando i comportamenti dei clienti di un fondo di investimento azionario internazionale che è stato premiato come migliore per rendimento (rendimento medio 11%) vediamo che solamente uno su dieci ha potuto godere del rendimento del fondo. Perché? Perché gli altri 9 hanno venduto e comprato nei momenti sbagliati (hanno venduto quando il valore scendeva e hanno comprato quando il valore saliva). Il paragone fatto è che erano passeggeri che viaggiavamo a 40 km/h su un treno che viaggiava a 90 km/h.
Ma quindi, cosa fare?
Ricordiamoci sempre che i giusti comportamenti ci permettono di affrontare in maniera sana anche le fibrillazioni dei mercati. Vendere è la soluzione migliore quando i mercati salgono e ci consentono di guadagnare. Comprare è quella ideale quando i mercati scendono in modo da acquistare di più. Scegliere di essere razionali ci aiuta ad avere i giusti comportamenti, perché l’irrazionalità dettata dalla paura porta sempre a perdite consistenti.
Se resistiamo, se possiamo permetterci di non vendere in momenti come questo perché abbiamo impostato i nostri investimenti in modo oculato suddividendoli in base alle nostre reali esigenze, la nostra pazienza di investitori verrà premiata.