Comunicare al tempo del coronavirus non è certo facile. L’attenzione dei media è concentrata quasi esclusivamente su un’unica tematica: urgente e di estrema importanza, perché riguarda tutti, a 360°.
Questo non significa che le aziende debbano smettere di fare comunicazione, ma indubbiamente è il momento di misurarla, fornendo informazioni dettagliate, puntuali, mirate e adattate allo stato di allerta sanitaria del Paese.
Ecco qualche spunto sul quale ragionare:
- Ogni brand ha il proprio “marchio di fabbrica”: questa è una regola sempre valida. Prendere spunto da esempi di successo è saggio, copiare è fuorviante e controproducente.
- L’attesa non è mai una strategia. Mettere tutto in “congelatore” per settimane aspettando tempi migliori non è una strategia. Bisogna comunque essere giocatori della partita.
- Dimostrare a potenziali clienti o utenti di essere “sul pezzo”: informati e aggiornati su quello che il mondo sta vivendo, scegliendo una comunicazione coerente, pratica e diretta.
- Rimanere fedeli al tono di comunicazione che si è sempre utilizzato, formale o umoristico, istituzionale o più amichevole, facendo attenzione a non affrontare con eccessiva semplicità tematiche delicate.
- Fornire informazioni pratiche, dirette, e rassicurare i consumatori su come (e se) sta lavorando l’azienda. C’è bisogno di infondere fiducia, non ulteriori ansie. Questo non significa mentire al cliente ma dimostrarsi un porto sicuro, capace di superare la burrasca.
- Essere pronti alla ripartenza. Avere già in mente lo step successivo, l’azione del ritorno alla normalità. Dimostrarsi presenti sempre.