Una volta… per fare marketing si usavano tante cose: ad esempio denaro, tecnologie, effetti speciali, fantasia. Ad esempio, realtà virtuali che portavano l’utente in una realtà parallela oppure codici QR che consentivano di visualizzare ologrammi all’interno di questa realtà. Oppure ancora messaggi o fotografie di altissimo impatto emotivo. Facile, vero? Ok.
Ora: cerca il tasto “DEL” sulla tastiera, premilo e cancella queste memorie. Erase and rewind. Poi torna alla posizione iniziale, perché è esattamente – spiace dirlo – dove ci troviamo ora, quando siamo tutti, soprattutto i grandi scienziati e i governi, così confusi sul Covid-19 e sembriamo ingenue fanciulle che sfogliano una margheritina chiedendosi, ad ogni petalo: “passa?”, “non passa?”
In questo scenario, l’oro della comunicazione e marketing è diventato (o è ritornato) incredibilmente semplice, primitivo, originario: il legame sociale. Cioè: tenere insieme le persone, anche pochissime (giusto: siamo nell’epoca del distanziamento sociale!). E farle comunicare, ascoltare e condividere. Più e più volte.
Altrimenti, non c’è tecnologia al mondo, né creatività, né effetto speciale che possa funzionare di fronte alla desertificazione dei rapporti sociali. Se ognuno di noi se ne sta in casa o entra in una specie di isolamento psicologico e sociale – allora, che marketing potrà mai funzionare? Forse il prezzo al ribasso? Ma serve ancora oggi puntare al ribasso quando non posso neppure vendere o fare consegne a domicilio?
Il marketing vive di un’equazione fondamentale: 1+1=2. Ma se abbiamo solo tanti “1” isolati, che non stanno insieme, se scompare il “+”, allora diventa inutile l'”arte della persuasione” che è il marketing perché ognuno inizia a comprare a modo suo, in base ai suoi calcoli domestici, alle esigenze, ai bisogni personali. Addio sconti, lusso, beni superflui, coupon, prenotazioni…
Ecco perché è fondamentale “umanizzare” la comunicazione: cioè sostituire il marketing “di una volta” con un marketing basato sul rapporto tra azienda (o prodotto/servizio) e persone. Ad esempio con chat regolari, con video frequenti, con dirette magari. Ma nel modo più personale, diretto, umano possibile.
Pensateci: Facebook e i social media addirittura proliferano in questa epoca così difficile, perché erano già pronti alla comunicazione “social”. Possiamo seguire il loro esempio.
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