Il turismo, in tutte le sue componenti, (trasporti, ricettività, esperienze) fa leva sugli istinti squisitamente umani di curiosità, libertà, esplorazione, incontro.
Il turismo, anche se minimo, anche se piccolo e di prossimità, è sempre sinonimo di scoperta e contaminazione. É la nostra volontà di incontro che ci spinge fuori dalla comfort zone. É la nostra curiosità insaziabile che ci spinge ripetutamente oltre i confini del nostro piccolo “mondo noto”.
… e la pandemia?
Il trauma della pandemia e dell’autoisolamento hanno messo in crisi proprio i moventi profondi dell’industria turistica, spingendoci ad interpretare come “pericolo” tutto ciò che esula dai confini della propria dimora.
Gli operatori del settore, già stremati dal danno economico subito, avranno una nuova dimensione con cui confrontarsi nella fase di riapertura: una clientela emotivamente provata, che esprimerà comportamenti diversi e potenzialmente difficili da gestire.
Per loro, i professionisti del turismo, quest’anno c’è una missione inedita: coadiuvare la guarigione dal trauma, accompagnando pazientemente la clientela verso il disinnesco della tensione accumulata.
La clientela va rassicurata, sia con tutti quei segnali “informali” e subliminali, come una pulizia ineccepibile delle strutture, sia con l’adozione di tutte quelle precauzioni che, oltre che a costituire un giusto presidio di sicurezza che ancora dobbiamo adottare, danno un segnale profondo ai propri ospiti: I care, mi importa.
Chi accompagnerà gli Ospiti in una dimensione di relax e disintossicazione dalla tensione, sarà premiato con la fedeltà negli anni a venire, poichè in questi passaggi emotivamente significativi può stabilirsi una duratura alleanza con i clienti.
L’istinto innato alla libertà, all’incontro e all’esplorazione presto torneranno a prevalere. Ma nel breve termine, il settore dovrà prendersi cura della riabilitazione psicologica dei nostri ospiti.
Chi può farlo meglio di un professionista dell’ospitalità e dell’accoglienza, da sempre votato all’accoglienza, alla cura e all’intrattenimento; alla riconciliazione con la natura e con il corpo, alla riconciliazione con le emozioni e con la vita?